Lettura critica di uno hokku di Kobayashi Issa, tratta dal gruppo di discussione Haikai Talk. Traduzione dall’inglese a cura di Luca Cenisi.
さすが花ちるにみれんはなかりけり
sasuga hana chiru ni miren wa nakarikeri
i fiori di ciliegio
cadono davvero senza alcuna
esitazione
Questo hokku è stato pubblicato postumo nel 1883, all’interno di un’antologia edita dal suo allievo Sōki.
Nel primo rigo sasuga [qui tradotto come “davvero”, N.d.R.] assume il significato di “vero”, nel senso di qualcosa che viene rimarcato molto spesso, non per mera enfatizzazione, ma come pura verità. Il senso proprio delle congiunzioni “ma” e “tuttavia” era largamente adottato ai tempi di Issa, laddove il giapponese moderno tende invece a prediligere espressioni analoghe a “come previsto”.
Questo hokku pare raffigurare la meraviglia di Issa nel momento in cui si rende conto che l’immagine tipica della tradizionale letteraria nipponica (i petali di ciliegio che cadono al suolo, liberamente) non è un cliché, ma un qualcosa di cui egli stesso ha avuto modo di far esperienza.
Il suffisso –keri in chiusura del terzo rigo è un segno di cesura che esprime sorpresa, meraviglia, stupore o, comunque, un sentimento profondo, in questo caso legato alla consapevolezza della portata di quei mutamenti naturali che travolgono i petali di ciliegio, e che li costringono ad abbandonare i rami senza apparente esitazione o attaccamento.
Naturalmente, l’immagine simboleggia anche la transizione dalla vita alla morte. In tal senso, i petali possono anche esser visti come quei “boccioli umani” che inesorabilmente seguono e assecondano il corso della natura.