Estratto dall’articolo Il valore profondo dei senryū, pubblicato su Haijin Italia n. 18 del 30 aprile 2014.
“I senryū sono l’umanità”
– Sugimoto Monta
Nella grande varietà dei senryū del Giappone odierno, potremmo definire mainstream i cosiddetti bungei senryū. In molti spazi dei mass-media, colonne sui giornali, varie pagine e blog dedicati (dai sarariman senryū ai jiji senryū, dai senryū sulla carta igienica a quelli sulla protezione civile) regnano i cosiddetti masukomi senryū (dall’inglese “mass-communication”), pieni di umorismo e satira, ma senza grandi pretese. Tuttavia, nella maggior parte dei senryū club ufficiali affiliati all’Associazione Giapponese di Senryū (Nissen-kyo), gli autori cercano di scrivere un altro tipo di senryū, più seri, dignitosi e vicini a ciò che siamo abituati a chiamare “poesia”. Questi si chiamano “senryū letterari“, o bungei senryū.
Tratti caratteristici dei bungei senryū
1. Compassione, non beffa
A differenza dei sarariman o dei jiji senryū, gli autori di bungei senryū non criticano né deridono gli altri. Nei loro versi spesso c’è profonda compassione:
nel coro
la madre distingue
la voce del figlio
Shika Senbe
dopo aver visto
un film occidentale
la moglie chiede un abbraccio
Miyamoto Yoshinori
I giapponesi, rispetto a noi occidentali, non si salutano con i baci. Anche le strette di mano sono una cosa piuttosto rara. Le coppie sono tenute ad essere molto riservate in pubblico, ma anche in casa c’è la tendenza a trattenere le emozioni, senza manifestarle apertamente. Così, una moglie abituata a soffocare i propri sentimenti, dopo la visione di un romatico film occidentale, chiede al marito un po’ di tenerezza.
2. Poetica delle emozioni umane
I senryū giapponesi contemporanei sono anche detti “poesie delle emozioni umane”. In altre parole, nei senryū si esprimono, con sole 17 sillabe, la gioia, la tristezza, la rabbia, l’allegria, ecc. Esiste un termine particolare – kidoairaku – che significa gioia, rabbia, tristezza e allegria (negli haiku si usa un altro termine che definisce gli argomenti principali del genere, ossia kachyofugetsu, cioè fiori, uccelli, vento e luna):
“stupidina!”
una sola parola
ma quanto amore
Miwa Yoshimura
3. Piccole cose quotidiane
Spesso le cose più piccole ed insignificanti della vita quotidiana diventano l’argomento principale dei bungei senryū:
ma cosa regalare
all’inaugurazione
del fioraio?
Nonnino
Di solito alle inaugurazioni si regalano fiori, ma darli ad un fioraio potrebbe essere un po’
problematico…
4. Esperienza personale
Nei kosenryū o kyoku si parlava soprattutto degli altri. Nei bungei senryū, invece, è l’esperienza diretta e personale dell’autore a diventare protagonista dell’opera:
leggermente
accorcia la figlia i miei
capelli primaverili
Ogiwara Hisako
5. Semplicità, non “gergo”
A differenza dello haiku, composto tradizionalmente con un lessico più elegante e “letterato”, talvolta arricchito da espressioni e parole arcaiche che non trovano riscontro nella lingua parlata (ad esempio, i kireji), i bungei senryū seguono la lingua “del quotidiano”. Tuttavia, mentre nei sarariman e nei jiji senryū non è raro imbattersi in giochi di parole ed espressioni gergali, i bungei senryū si caratterizzano per un lessico più pacato, neutro e nobile:
più che di morire
teme di appisolarsi
la vecchia madre
Kojima Masahiro
Per concludere, evidenziamo come i bungei senryū spesso assomiglino molto agli haiku, soprattutto quando fanno ricorso ad immagini della natura:
lasciando l’auto
m’incammino verso il ponte –
suoni d’acqua
Fuyuko Taira
La differenza principale tra i bungei senryū e gli haiku è, dunque, la focalizzazione dei primi sul mondo degli esseri umani e dei secondi sul mondo della natura.
guidoq
Grazie per questa scelta, splendida come sempre.